martedì 22 luglio 2008

La “Concretezza del trasferimento di tecnologie” nella PA

Ancora alcune pillole dalla ricerca sull’innovazione nella PA.
Come già si è visto in uno degli ultimi post, uno degli ambiti nei quali si produce il rischio di una mancata innovazione nella PA italiana è quello relativo alle modalità del trasferimento di tecnologie. In particolare, questo appare connesso al diffuso orientamento di introdurre le nuove tecnologie senza tener conto delle “regole” organizzative, sociali e culturali, a volte anche quelle più elementari, che una tale operazione richiede.
Quest’attitudine è spesso legata a un approccio falsamente concreto alle tecnologie, fondato su una visione astratta della tecnologia, che ne trascura la insita complessità tecnica, gli aspetti che la collegano al più ampio contesto tecnologico pre-esistente e, soprattutto, le implicazioni diverse da quelle di natura tecnica.
La ricerca ha consentito di identificare i fattori che contribuiscono all’affermazione di un approccio di questo genere, ostacolando un efficace trasferimento. Si tratta, in particolare, di 23 fattori o fenomeni di ostacolo, che sono elencati di seguito, organizzati in possono 5 categorie. Questi fattori sono stati dapprima identificati attraverso una ricerca documentaria sulla letteratura internazionale e italiana sulle riforme della PA (sono stati esaminati oltre 350 documenti) e poi sono stati validati attraverso la consultazione di 50 informatori qualificati (esperti, dirigenti e funzionari impegnati in iniziative di miglioramento e modernizzazione delle pubbliche amministrazioni al livello locale e al livello centrale).

1) I paradossi prodotti da un’errata pianificazione degli interventi di riforma e di innovazione

- Effetti paradossali della determinazione degli obiettivi
- Pianificazione di breve periodo
- Tendenza a una eccessiva pianificazione del cambiamento
- Ampiezza e frammentazione delle iniziative di innovazione
- Assenza di tempo e di risorse per l’elaborazione di nuove soluzioni
- Approccio asistemico all’innovazione tecnologica

2) La mancanza di un ambiente cognitivo favorevole all’inserimento delle nuove tecnologie

- Uso di modelli eccessivamente standardizzati di valutazione delle prestazioni e dei servizi
- Scarso accordo sulla definizione dei problemi e delle soluzioni
- Incertezza nella definizione dei compiti dei funzionari pubblici
- Conservatorismo
- La sindrome del “non inventato qui”
- Scarso riferimento alle pratiche di consolidata efficacia (smart practices)

3) Inappropriatezza delle pratiche di introduzione delle nuove tecnologie

- Assenza di adeguati strumenti tecnologici
- Esternalizzazione dell’e-government
- Assenza di capacità per l’uso degli strumenti tecnologici
- Adozione delle tecnologie sulla base delle caratteristiche estrinseche

4) La presenza di procedure di gestione del personale non in sintonia con un processo di trasferimento di nuove tecnologie

- Turn over dei dirigenti
- Effetti paradossali delle riforme basate sul merito
- Difficoltà di accesso a nuove risorse umane

5) La rigidità strutturale delle organizzazioni pubbliche e la mancanza di cooperazione tra le diverse componenti dei servizi

- Dipartimentalismo (eccessiva segmentazione delle organizzazioni)
- Scarsa cooperazione tra settori della PA
- Mantenimento di rigide strutture gerarchiche
- Necessità di assicurare la continuità del servizio


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